Diga di Montedoglio: verso il completamento delle infrastrutture idrauliche di competenza di EAUT
Le infrastrutture idrauliche di competenza di EAUT per l’adduzione dalla diga di Montedoglio sono ormai prossime al completamento. Gli ultimi lavori già avviati permetteranno il completamento dell’anello di adduzione idraulica in Valdichiana che, unita ai lavori correlati al potenziamento dell’impianto di sollevamento e ai relativi by-pass, garantirà l’approvvigionamento potenziale delle aeree poste in Valdichiana e di quelle della valle del Tevere in territorio toscano e umbro. Questo storico traguardo permette di intravedere il compimento del piano strutturato negli anni ‘60 dal professor Filippo Arredi relativo alle opere per porre la risorsa idrica invasata nella diga di Montedoglio a disposizione di un vasto territorio che spazia dalla Valdichiana alla Valtiberina.
I numerosi cantieri dei lavori in esecuzione evidenziano con ancora maggior forza il cosiddetto “Paradosso Montedoglio” che vede da una parte in dirittura di arrivo la realizzazione delle opere di adduzione di competenza di EAUT e che dall’altra parte registra l’insufficiente realizzazione delle opere di distribuzione che, non rientranti tra i compiti attribuiti a EAUT, sono finalizzate a rendere disponibile la risorsa agli utenti. A causa di questa situazione le aree servite effettivamente irrigabili sono molto più limitate delle aree potenzialmente irrigabili: la rete di adduzione permetterebbe infatti di servire, a regime, 22.000 ettari in Valdichiana e 7.200 ettari tra Alto Tevere Umbro e Valtiberina Toscana, ma le aree dotate di impianto di distribuzione sono in misura molto ridotta e cioè circa 5.500 ettari in Valdichiana e Trasimeno (di cui oltre 1.500 ettari grazie a impianti privati), 1.700 ettari in Valtiberina toscana e 4.000 ettari nell’Alto Tevere umbro. L’effettiva irrigazione risente inoltre della necessaria turnazione colturale e, pertanto, parzializza tra il 70% e il 50% il valore dell’irrigato rispetto all’irrigabile.
L’operato di EAUT, volto a garantire la presenza e la disponibilità della risorsa idrica, ha già in ogni caso portato concreti benefici evidenziati dalle campagne irrigue anche negli anni siccitosi come il 2022 quando molte aziende sono riuscite a fronteggiare l’emergenza attraverso i propri impianti di distribuzione, attraverso gli impianti di distribuzione pubblici a oggi realizzati (ancora purtroppo del tutto insufficienti) o attraverso il prelievo delle acque dai corsi d’acqua riforniti appositamente dagli scarichi dei laghi di compenso dell’adduzione. La presenza dell’adduzione e la potenziale irrigabilità sono state inoltre uno stimolo alle iniziative dirette di grandi operatori del settore che hanno fortemente investito nella realizzazione di propri impianti privati e, tra queste, rientrano Bonifiche Ferraresi (la maggiore azienda agricola italiana) e Aboca (consolidata realtà in campo nazionale ed europeo con particolare riferimento alle piante officinali).
Gli impianti di adduzione hanno inoltre permesso a tanti Comuni di beneficiare ai fini idropotabili della disponibilità della risorsa, facendo affidamento sulle opere esercìte e anche realizzate, in derivazione dall’adduzione, dai gestori del servizio idrico (Nuove Acque in Toscana e Umbra Acque in Umbria). Attualmente sono potenzialmente servibili circa 200.000 abitanti in Toscana dei Comuni di Arezzo, Castiglion Fiorentino, Cortona, Monte San Savino, Marciano della Chiana, Foiano della Chiana, Montepulciano, Capolona, Subbiano, Monterchi, Sansepolcro e Anghiari con circa 10.000.000 metri cubi di acqua, e circa 70.000 abitanti in Umbria dei Comuni di Citerna, San Giustino, Città di Castello, Monte Santa Maria in Tiberina, Montone e Umbertide con circa 3.500.000 metri cubi di acqua. A completamento dei lavori finanziati e in parte già in fase di realizzazione da parte dei suddetti gestori (anche grazie alle risorse finanziarie rese disponibili dal PNRR e dal MIT tramite il PNISSI) potranno essere circa 22.000.000 i metri cubi erogati in Toscana per una stima di 450.000 abitanti serviti e circa 11.500.000 i metri cubi erogati in Umbria per una stima di 250.000 abitanti serviti. Questi due ultimi numeri comprendono i 9.500.000 metri cubi erogabili in condizioni straordinarie dall’Alto Tevere fino a Perugia per circa 200.000 abitanti.